i titoli
L’ARTE POVERAdi Eugenio Montale
La pittura da cavalletto costa sacrifizi
a chi la fa ed è sempre un sovrappiù
per chi la compra e non sa dove appenderla.
Per qualche anno ho dipinto solo ròccoli
con uccelli insaccati,
su carta blu da zucchero o cannelé da imballo.
Vino e caffè, tracce di dentifricio
se in fondo c’era un mare infiocchettabile,
queste le tinte.
Composi anche con cenere e con fondi
di cappuccino a Sainte-Adresse là dove
Jongkind trovò le sue gelide luci
e il pacco fu protetto da cellofane e canfora
(con scarso esito).
È la parte di me che riesce a sopravvivere
del nulla ch’era in me, del tutto ch’eri
tu, inconsapevole.
IL PERCHE' DI UNA SCELTA
Molte opere qui mostrate hanno per titolo frammenti della produzione di Eugenio Montale. Un poeta che mi è caro anche per il continuo affiorare, nei suoi versi, di quella triste meraviglia che, come ha osservato Leone Piccioni, scaturisce dal comprendere la durezza e il dolore della vita.
La mia vita non è stata dura, se non in qualche suo fatale passaggio, ed è stata dolorosa nella misura finora ragionevole che tocca agli esseri umani. Ma in essa non è mai mancata quella sottile malinconia dell’anima che, senza mai diventare mal di vivere, tuttavia ha sempre fatto da delicato e discreto contrappunto ai miei giorni felici.
Mi è quindi piaciuta l’idea di impreziosire molti miei quadri con titoli o, più spesso, con frammenti di poesie montaliane. Parole che in alcuni casi hanno ispirato il mio soggetto mentre in altri si sono ben prestate, mentre ormai già ripulivo i pennelli, ad alludere alle suggestioni che mi avevano pressato a dipingere.
E’ il mio molto modesto omaggio ad un poeta tra i più grandi e rappresentativi della poesia italiana del ‘900, per ringraziarlo del magnifico stupore che a partire da un certo momento ha cominciato a regalarmi la sua compagnia.
Vincenzo La Camera